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Ricette per combattere il freddo: stracciatella in brodo!
LA RICETTA SEMPLICE PER COMBATTERE IL FREDDO: STRACCIATELLA IN BRODO
Ingredienti:
1 l di brodo (di pollo e di carne)
4 uova
4 cucchiai abbondanti di #Parmigiano grattugiato
4 cucchiai di semolino
prezzemolo tritato
sale
pepe
noce moscata
Procedimento:
Mettere in una ciotola le uova, il Parmigiano e il semolino, condire con sale, pepe e noce moscata e sbattere tutto, aggiungendo un poco di brodo. Riscaldare il brodo in una pentola e versare il composto, mescolando con la frusta.
Lasciare cuocere per 3-4 minuti e versare nelle ciotole, cospargendo con il prezzemolo tritato.
Buon appetito!
La notizia del lunedì
TUTTI A RIMINI PER UN GELATO AL PARMIGIANO REGGIANO
Al SIGEP (SALONE INTERNAZIONALE GELATERIA, PASTICCERIA E PANIFICAZIONE ARTIGIANALE) di Rimini, c’è tempo fino al 22 gennaio per gustare il Parmigiano Reggiano che incontra il mondo della pasticceria e del gelato!
L’alta cucina e l’arte della pasticceria nei nuovi confini tra dolce e salato. E’ questo il titolo dei cooking show che verranno condotti dagli chef e dagli allievi di Ifse (Italian Food Style Education Culinary Institute) durante la manifestazione Sigep che si terrà a Rimini dal 18 al 22 gennaio 2014. Il Parmigiano Reggiano sarà protagonista, insieme al Prosciutto di Parma, di alcune preparazioni dolci e in particolare verrà illustrato e dimostrato l’utilizzo di questi prodotti unici nella composizione di dessert a base di gelato.
I laboratori si terranno tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 17 presso lo stand di Ifse n°104 (Pad. D1) e saranno condotti da Riccardo Marello, direttore dei corsi offerti dall’Istituto.
Per informazioni sulla manifestazione http://www.sigep.it
(fonte: parmigianoreggiano.it)
La pasta cotta a regola d’arte – I consigli di Pasta Gragnano
Per una buona cottura della pasta
Come cuocere la Pasta di Gragnano?
Il sito ufficiale http://www.pastaigragnanesi.it dà le indicazioni adatte ad avere una cottura perfetta.
“Perché tutto il mondo ama la pasta ma la pasta ama la tradizione italiana”!
La quantità d’acqua necessaria è da valutare in relazione alla quantità e alla forma della pasta da cuocere (per i paccheri, ad esempio, ci vuole molta più acqua che per le pennette): il rapporto ideale dovrebbe essere di circa 5 litri per 500 gr. di pasta.
La forma della pentola è importante, perchè deve poter contenere completamente ed immediatamente tutta la pasta al momento in cui la ‘caliamo’ nell’acqua bollente (per cuocere gli spaghetti e tutte le paste lunghe andrebbe meglio una pentola a forma ovale, dove immergere la pasta in orizzontale). Non è sempre necessario ‘rimestare’ la pasta ruvida (perché trafilata al bronzo) durante la cottura: tale operazione, eventualmente, va fatta solo qualche minuto dopo la ripresa dell’ebollizione, avendo cura di utilizzare mestoli e/o forchettoni di legno.
La scolatura della pasta cotta va fatta molto delicatamente, estraendo la pasta dall’acqua (con forchettoni, mestoli forati o mediante il cestello scolapasta già inserito nella pentola) quando è ancora molto al dente per consentire il successivo condimento, completamento della preparazione (per questo è utile conservare un po’ d’acqua di cottura).
Va ricordato infine che la pasta cotta al dente, oltre a conservare meglio i suoi principi nutrizionali, è più adatta ad una degustazione con soddisfazione anche del piacere della ‘palatabilità’ per la sua forma.
Thanksgiving Day
Il Giorno del ringraziamento (Thanksgiving Day in inglese) è una festa di origine cristiana osservata negli Stati Uniti d’America in segno di gratitudine per la fine della stagione del raccolto.
Cenni storici:
Questa storica tradizione, in origine di derivazione religiosa ma ora considerata secolare, risale all’anno 1621. Quando fu effettuato il raccolto nel novembre 1623 William Bradford, Governatore della Colonia fondata dai Padri Pellegrini, a Plymouth, nel Massachusetts, emise l’ordine:
« Tutti voi Pellegrini, con le vostre mogli ed i vostri piccoli, radunatevi alla Casa delle Assemblee, sulla collina… per ascoltare lì il pastore e rendere Grazie a Dio Onnipotente per tutte le sue benedizioni. »
I Padri Pellegrini, perseguitati in patria per le loro idee religiose piuttosto integraliste, decisero di abbandonare l’Inghilterra e andare nel Nuovo Mondo, l’attuale America del Nord. 102 pionieri (52 uomini, 18 donne e 32 bambini) imbarcati a bordo della Mayflower, arrivarono sulle coste americane nel 1621, dopo un duro viaggio attraverso l’Oceano Atlantico; durante il viaggio molti si ammalarono e tanti morirono. Quando arrivarono, l’inverno era ormai alle porte; si trovarono di fronte ad un territorio selvatico e inospitale, fino ad allora abitato solo da nativi americani. I Pellegrini avevano portato dall’Inghilterra dei semi di vari prodotti che si coltivavano in patria e li seminarono nella terra dei nuovi territori; vuoi per la natura del terreno, vuoi per il clima, la semina non produsse i frutti necessari al sostentamento della popolazione, per cui quasi la metà di loro non sopravvisse al rigido inverno. Questa situazione rischiava di riproporsi anche l’anno successivo se non fossero intervenuti i nativi americani (gli indiani) che indicarono ai nuovi arrivati quali prodotti coltivare e quali animali allevare, nella fattispecie il granturco ed i tacchini. Dopo il duro lavoro degli inizi, i Pellegrini indissero un giorno di ringraziamento a Dio per l’abbondanza ricevuta e per celebrare il successo del primo raccolto. I coloni invitarono alla festa anche gli indigeni, ai quali dovevano molto se la loro comunità aveva potuto superare le iniziali difficoltà di adattamento nei nuovi territori, gettando le basi per un futuro prospero e ricco di ambiziosi traguardi. Nel menù di quel primo Ringraziamento americano ci furono pietanze che divennero tradizione per le feste – in particolare il tacchino e la zucca – insieme ad altre carni bianche, carne di cervo, ostriche, molluschi, pesci, torte di cereali, frutta secca e noccioline.
Ogni Paese ha le sue ricorrenze e oggi è Thanksgiving americano (che si festeggia ogni anno il quarto giovedì di novembre): è un’occasione per gustare uno dei piatti tipici della tradizione americana.
Una sola precisazione: gli americani durante questa ricorrenza usano mastodontici tacchini, che difficilmente potrebbero accordarsi con le nostre esigenze famigliari e le dimensioni dei nostri forni. Per questo, nella ricetta qui proposta viene utilizzata una tacchinella di dimensioni normali.
Tacchino ripieno all’americana
Ingredienti:
1 tacchinella
100 gr di
1 cipolla piccola
50 gr di burro
3 cucchiai di mais dolce
7 prugne secche senza nocciolo
5 fette di pancarré
1 tazzina da caffè di latte
Prezzemolo tritato
Olio
Sale
Pepe
Procedimento:
Tritare nel mixer il bacon con la cipolla, mettere il tutto in una padella con il burro, il mais e le prugne e far rosolare. Fuori dal fuoco, aggiungere il pancarré tagliato a pezzetti, il latte, sale e pepe e il prezzemolo; mescolare bene e farcire l’interno della tacchinella dopo averla lavata. Cucire la tacchinella, metterla in una teglia unta d’olio, coprirla con alluminio e metterla a cuocere in forno a 180-200° per 1 ora e mezzo o 2. A cottura ultimata, togliere dal forno e porzionarla. Servire la carne accompagnata da una cucchiaiata di farcia.
(fonte: http://benedettaparodiblog.corriere.it/2011/11/23/tacchino-ripieno-allamericana/)