Prosciutto di Parma e patate dolci croccanti con aceto balsamico

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Una sfiziosa ricetta a base di Prosciutto crudo di Parma

INGREDIENTI X 4:

4 fette di Prosciutto di Parma tagliato finemente
2 o 3 fette di patate dolci tagliate finemente
5 gr. zenzero
olio extravergine per friggere q.b.
30 gr. sedano sbianchito tagliato a bastoncini
10 pomodorini pachino secchi (a seconda dei gusti, con aggiunta di sale, origano e aglio)
5 gr. peperoni tagliati in cubi di pochi millimetri
2 cucchiai di olio di oliva extra vergine
1 cucchiaino da caffe di aceto balsamico invecchiat
Sale q.b.

proPREPARAZIONE

Friggere le patate con abbondante olio caldo aromatizzato allo zenzero, raffreddare e asciugare dal grasso in eccesso.
Sistemare le patate croccanti in un piatto freddo e avvolgere con le fette di Prosciutto di Parma.
In una padella con olio di oliva extra vergine molto caldo saltare per pochi secondi il sedano, i pomodorini e i peperoni, salando un po’. Servire questa insalata calda nel piatto al lato del prosciutto, infine condire con l’aceto balsamico.

 

Tempo di polenta

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La polenta è un antichissimo piatto di origine italiana a base di farina di cereali.
L’Emilia Romagna è una delle regioni in cui questo tipico piatto tradizionale ha da sempre una forte diffusione: le ricette che la vedono protagonista sono innumerevoli e una più golosa dell’altra.

polenta 1PREPARAZIONE RICETTA BASE:
INGREDIENTI
Acqua, 2 lt
Olio extravergine di oliva, 1 cucchiaio
Sale grosso, 1 cucchiaio raso
Farina di mais bramata, 1/2 kg

Per preparare la polenta iniziate mettendo su fuoco vivo una pentola con l’acqua salata e portatela ad ebollizione.
Aggiungete quindi un cucchiaio raso di sale grosso, 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva e la la farina gialla un po’ alla volta, molto lentamente per non provocare la formazione di quei fastidiosi grumetti chiamati in gergo tecnico “fraticelli”, e iniziate a mescolare il tutto con un bel mestolo di legno.
Continuate a mescolare sempre nello stesso verso, miscelando lo strato più profondo con quello più superficiale fino ad amalgamare il composto per bene . Se la polenta comincia a diventare troppo dura e compatta, allora aggiungete un mestolo d’acqua calda per renderla più morbida.
Dopo circa 40 minuti, durante i quali voi avrete continuato a girare imperterriti la polenta, questa inizia a staccarsi dai bordi della pentola ed in teoria potrebbe già essere servita in tavola ma, la polenta più si cuoce più viene buona quindi continuate la cottura per altri 20 minuti.
Terminata la cottura, la polenta si versa sul tradizionale tagliere in legno e si porta in tavola calda, già tagliata a fette.

COME CONDIRLA- IDEE VELOCI PER UN WEEK END TRA AMICI:

Stuzzichini-profumati-di-polenta_su_vertical_dynIngredienti:
Gorgonzola – Olio di oliva – Parmigiano – Rosmarino – Sale – Besciamella
Tagliate la polenta a bastoncini larghi circa 3 cm, sistemateli su una placca foderata con carta da forno, spolverizzateli con un trito di rosmarino fresco e un pizzico di sale, ungeteli con un filo di olio e passateli in forno a 200° per qualche minuto, finché saranno dorati. Accompagnateli con una besciamella morbida insaporita con una manciata di parmigiano grattugiato e qualche pezzetto di gorgonzola dolce.

(fonti: Giallo Zafferano, Donna Moderna)

Tornano il Golosario e Golosaria

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Quindicesima edizione per ilGolosario, best seller di oltre 1.000 pagine che racconta il gusto italiano con i suoi territori, i suoi prodotti tipici, i volti e le storie di chi produce, diventato libro cult e un vero e proprio riferimento del “turismo enogastronomico italiano”.

Tante le nuove scoperte di questa edizione che conta 1.420 produttori di qualità suddivisi tra microbirrifici, acetifici, torrefazioni, liquorifici, caseifici, salumifici, produttori ortofrutticoli, artigiani del dolce, produttori di confetture e marmellate, apicoltori, produttori di pane e farine, pastifici e riserie, trasformatori di prodotti ittici, produttori di sfiziosità sottovetro. E poi ancora le 4000 Botteghe e Boutique del Gusto; nel segno della qualità diffusa del vino italiano le 2240 cantine segnalate coi propri vini top. Non mancano gli oltre 700 oleifici e i 630 ristoranti d’Italia nei quali merita fare una sosta.

Nel frattempo, proseguono i preparativi per Golosaria Milano, rassegna di cultura e gusto, organizzata dal Club di Papillon, in programma al Superstudio Più di via Tortona 27 dal 16 al 18 novembre: un’occasione unica per scoprire la migliore selezione dell’enogastronomia made in Italy! 

Cantuccini al Parmigiano Reggiano e spezie

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INGREDIENTI per 4 persone

  • 200 gr di farina 00
  • 60 gr panna (o latte intero)
  • 50 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
  • 30 gr di mandorle spellate (oppure noci – nocciole… )
  • 2 fette di Pecorino semistagionato o formaggio simile
  • 1 uovo
  • 3 cucchiai di olio
  • 1 spicchio d’aglio tritato
  • peperoncino tritato quanto ne volete
  • una manciata di semi di coriandolo e di semi di papavero
  • un cucchiaino scarso di sale
  • un cucchiaino di lievito istantaneo

PREPARAZIONEcantuccini

Mettere la farina, il lievito e aggiungere via via tutti gli ingredienti: il Parmigiano Reggiano grattugiato, il pecorino tagliato a cubetti, la panna, l’uovo, l’olio e le spezie. Per ultimo le mandorle e il sale. Iniziare a lavorare il composto aiutandosi con una forchetta, se l’impasto risulta troppo solido aggiungere un po’ di acqua tiepida. Rivestire una teglia con la carta forno e formare un filoncino schiacciandolo leggermente. Infornare a 180° per una mezz’ora. Trascorsi 30 minuti tirare fuori dal forno e lasciare raffreddare per 10/15 minuti. Tagliare il filoncino in diagonale come i “veri” cantuccini e rimetterli in forno (con queste dosi ne vengono fuori una quindicina). Controllare la cottura avendo cura di girarli quando sono dorati da una parte. Finita la cottura farli raffreddare su una griglia e servire.

STORIA

Che fare dell’ultimo uovo rimasto in frigo? e dell’ultimo pezzo di formaggio? non parliamo poi del latte, troppo poco anche per una tazza, e della frutta secca rimasta in dispensa troppo tempo…uhm… basta un po’ di farina e una manciata delle vostre spezie preferite per ricavare sfiziose basi per i vostri finger food e antipasti. Ma sono ottimi anche da soli!

(fonte: sito ufficiale Parmigiano Reggiano)

 

Buon compleanno Maestro!

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Boldini, Giuseppe Verdi 1886 Il 10 ottobre 1813 Giuseppe Verdi nasceva nella casa di Roncole e, a 200 anni di distanza, oggi si ricorda quel giorno perché fu solo l’inizio di una vita degna di un romanzo.
Uomo di musica, amante dell’arte e non solo: Giuseppe Verdi fu una persona concreta e ben avulsa dagli stereotipi degli artisti “nullatenenti”.
Comprò la tenuta di Sant’Agata, ampliando a poco a poco il possesso dei campi circastanti per poter avere coltivazioni, allevamenti, alberi da frutto e vitigni.
Nonostante il carattere burbero, fu benvoluto dai propri dipendenti e il suo carisma si impose nel mondo della musica, già allora molto elitario.
Giuseppe Verdi rimarrà nella storia come il compositore che ha portato il nome di Parma in auge in tutto il mondo e qui vogliamo ricordarlo con un anedotto culinario che lo riguarda da vicino: sì, Giuseppe Verdi era (anche) un eccellente buongustaio.

IL SALUME PREFERITO DI VERDI: LA SPALLA COTTA (fonte: Academia Barilla)

La storia

È prodotto tipico locale di una ristretta area della Bassa Parmense di antichissima tradizione (se ne trova traccia già nel 1170, quale corrispettivo dell’affitto dovuto dai contadini per la coltivazione delle terre o nel Settecento fra gli acquisti di cucina della Corte estense di Modena) e prende il nome dall’abitato di San Secondo dove più diffusa era in antico la sua produzione.

Spalla cotta di San Secondo

La Spalla si ricava da una grossa scapola di maiale (preferibilmente 21-22 kg) tagliata in maniera che vi rimanga attaccata anche la coppa. Dopo aver rifilato la carne in eccesso e averla arrotolata si lascia marinare con sale, pepe, cannella, aglio e noce moscata. Riposa in ambiente freddo, ancora salata, un paio di settimane, prima di essere legata, inserita in una vescica e legata nuovamente dal basso verso l’alto. Così preparata riprende il suo riposo in ambiente freddo per uno – due mesi, prima di essere pronta per il consumo. Si può degustare cruda, se ben stagionata, quanto cotta, nella forma di maggior diffusione.
La preparazione, che segue regole precise e codificate nei secoli, prevede la cottura in acqua non bollente (70-80° C) aromatizzata con vino e alloro per un tempo calcolato di un’ora per ogni chilo di prodotto. Le spalle tradizionali, con l’osso e la coppa raggiungono i 7-8 kg e devono cuocere per almeno 7-8 ore.

Ne risulta un salume dalla carne morbida, profumata, gustosa e, a seconda del taglio, lievemente marezzata di grasso.
Viene servita sia fredda sia tiepida, tagliata a fette sottili e dà il meglio di sé in estate, quando il calore pesante della Bassa sconsiglia i salumi troppo grassi.
In una lettera alla famiglia Ricordi, il noto compositore e musicista Giuseppe Verdi (1813–1901), che ne era ghiotto, illustra una ricetta per la spalla cotta, da mangiare con la torta fritta, completa di tutti i trucchi per non farla diventare stopposa: «Metterla nell’acqua tiepida per circa 12 ore onde levargli il sale, trasferirla in acqua fredda e poi farla bollire a fuoco lento, onde non scoppi, per circa tre ore e mezza. Per sapere se la cottura è al punto giusto, si fora la spalletta con un curedents [stuzzicadenti]».

Nel secolo scorso era comunque una “spalletta”, molto più piccola di quella che oggi si trova in commercio, e pesava intorno ai 3-4 kg. Veniva ricavata da maiali più grassi di quelli odierni ed era stagionata anche sei mesi prima della cottura, per essere pronta per l’estate.
Oggi la Spalla si produce un po’ ovunque – e anche senza l’osso che la rende più saporosa, per consentire il taglio con l’affettatrice – ma San Secondo rimane il suo paese natale, che le tributa, ogni anno, tra il 28 agosto ed il 2 settembre, la tradizionale festa, dove è obbligatoriamente accompagnata dalla torta fritta (un impasto di acqua, farina e sale reso croccante dallo strutto bollente) e dalla spuma briosa della Fortana o Fortanina, un vino rosso vivace, amabile e leggero, ormai in via di estinzione, tipico della zona di San Secondo.

Tortel dols a Colorno

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LOCANDINA A3 SET13Due giorni degustazoni del tipico tortello colornese, esposizioni, incontri e laboratori per bimbi e adulti: ritorna per la sesta edizione il Gran Galà del Tortél Dóls di Colorno, la manifestazione gastronomica culturale dedicata al goloso primo piatto dal cuore dolce, a base di mostarda di frutti antichi e vino cotto.massobrio

Sabato 5 e domenica 6 ottobre famiglie ed appassionati di buona cucina potranno degustare il raffinato tortello per ben due giorni: per la prima volta infatti il Gran Galà coinvolgerà per tutto il weekend il centro storico di Colorno con un ricco programma, contraddistinto da nomi illustri del panorama gastronomico nazionale, tra cui gli chef di Alma e il giornalista Paolo Massobrio.

I segreti della preparazione del Tortel Dols

Ingredienti per 100 tortelli (10 persone)

Mostarda
(rigorosamente fatta in casa)

1.50 kg di pere nobili; 1.50 kg di zucca da mostarda (cocomero bianco); 1 kg di mele cotogne; 2 limoni tagliati a fette; 3 hg di zucchero per ogni kg di frutta pulita; 1 gr. circa di senape di mostarda per ogni kg. di frutta pulita.

Pulire e tagliare a fette la frutta. Lasciare una notte a macerare con lo zucchero.
Il giorno dopo colare il sugo che si è formato e farlo bollire per alcuni minuti a pentola scoperta per poi versarlo su tutta la frutta. Procedere con questa operazione per 3 gg.
Il quarto giorno fare bollire il tutto a pentola scoperta per 2 ore. Fare raffreddare
ed aggiungere 1 gr di senape (si acquista in farmacia) per ogni kg di frutta.
Invasare. La mostarda sarà pronta dopo 2 mesi circa.

Ripieno
6 hg di mostarda; 4/4.5 hg di pan grattato; 1 l. di vino cotto; (ricavato facendo bollire lentamente per 24 ore il mosto d’uva affinchè di 3 parti ne rimanga 1), e al bisogno, se il ripieno si preferisce meno dolce, 2 cucchiai di marmellata
di susine.

Far scaldare bene il vino cotto (non bollire), scottare il pane. Quando si è raffreddato aggiungere la mostarda tritata finemente (anche le fette di limone). Amalgamare il tutto lavorando a mano. Deve risultare un composto non troppo asciutto ma piuttosto morbido, per cui, se sarà necessario, aggiungere altra mostarda. Lasciare riposare un paio di giorni.

tortel-dolsTortello – La Mostarda

Pulire e tagliare a fette la frutta;

Lasciare una notte a macerare con lo zucchero;

Il giorno dopo colare il sugo che si è formato e farlo bollire per alcuni minuti a pentola scoperta per poi versarlo su tutta la frutta;

Procedere con questa operazione per 3 giorni;

Il quarto giorno fare bollire il tutto a pentola scoperta per 2 ore

Fare raffreddare e aggiungere la senape in gocce (si acquista in farmacia);

Invasare. La mostarda sarà pronta dopo 2 mesi circa;

Tortello – Il Ripieno

Far scaldare bene il vino cotto (non bollire); Scottare il pane; Quando si è raffreddato aggiungere la mostarda tritata finemente (comprese le fette di limone);

Amalgamare il tutto lavorandolo a mano. Deve risultare un composto non troppo asciutto ma piuttosto morbido, per cui, se sarà necessario, aggiungere altra mostarda; Lasciare riposare un paio di giorni prima di utilizzarlo;

Tortello – La Pasta

Disporre la farina a fontana e mettere al centro le uova;

Con l’aiuto di una forchetta sbattere le uova e incorporate la farina delicatamente; Fate riposare la pasta per almeno 30 minuti.

Tortello – Il Condimento

Possono essere conditi:

1 ) facendo fondere il burro e spolverando con Parmigiano Reggiano grattugiato
2) facendo fondere il burro e aggiungendo del doppio concentrato di pomodoro per renderli leggermente di color rosa; spolverare con Parmigiano Reggiano grattugiato

Appuntamento per sabato 28 settembre

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DSC_5913Inizia il conto alla rovescia! Sabato, a partire dalle 19, Hostaria delle Terrre Verdiane Salsomaggiore Terme “La Galleria” sarà il ritrovo ufficiale per l’aperitivo fotografico del festival fotografico di FRAME FOTO FESTIVAL.
Location per l’appuntamento: la saletta in mattoni a vista dell’Hostaria (via Loschi 5 a Salsomaggiore Terme) che ospiterà per tutta la durata del festival anche una mostra fotografica.

frameL’appuntamento è per sabato, a partire dalle 19, dopo la chiusura degli incontri al Palazzo dei Congressi!
Su http://www.framefotofestival.com/ il programma completo, insieme a informazioni e contatti utili.

L’appuntamento è il 28 e il 29 settembre a Salsomaggiore, la fotografia è protagonista!

 

Il decalogo Barilla per gli americani

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academia_barillaL’academia Barilla di Parma ha deciso che BASTA con le storpiature americane della cucina italiana: le fettuccine Alfredo non sono un piatto tipico italiano e sulla pasta non ci si mette il ketchup!
Ecco quindi il decalogo made in Parma con le regole della cucina italiana a cui perfino Gordon Ramsay dovrebbe dare una ripassata:

1 – In Italia il cappuccino si beve a colazione, il caffè a fine pasto. Non il contrario.

2- In Italia, a parte l’ossobuco alla milanese, le pennette e il risotto non sono un contorno, ma un primo piatto.

3 – In Italia i condimenti, come l’olio, vanno aggiunti alla pasta solo dopo averla scolata non durante la cottura.

4 – In Italia il ketchup si mette solo vicino ad hamburger e patatine. Condirci la pasta è sacrilegio, bestemmia, eresia.

5 – In Italia non esistono gli spaghetti alla bolognese, semmai esistono le tagliatelle con il ragù alla bolognese e non è proprio la stessa cosa.

6 – In Italia nessun ristorante serve la pasta con il pollo. Non esiste in nessun menù di ristorante italiano.

7 – La Cesar Salad, fino a poco tempo fa, era un piatto sconosciuto in Italia, nonostante chi lo abbia inventato, Cesare Cardini, fosse italiano.

8 – In Italia la tovaglia a scacchi rossi e bianchi non è obbligatoria. E’ un luogo comune perfino da noi.

9 – Le famigerate “Fettuccine Alfredo”: ovvero le fettuccine con burro e parmigiano, considerate negli Stati Uniti un piatto italiano caratteristico, sono completamente sconosciute in Italia.

10 – Il cibo italiano nasce per essere condiviso con chi si ama: rispetta questa tradizione!

(fonti: BonsaiTv , IlSole24ore)

 

 

Risotto alla Giuseppe Verdi

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DSC_6078 Il Bicentenario Verdiano si avvicina e anche in cucina è possibile celebrare il maestro Giuseppe Verdi che, oltre all’indiscutibile talento musicale, era anche un uomo dai gusti raffinati.
La sua curiosità e il suo estro lo spinsero a ideare un piatto che racchiude in sé alcuni sapori tipici della terra emiliana: il risotto alla Giuseppe Verdi.

INGREDIENTI per 4 persone:
320 g di riso carnaroli
80 g di funghi porcini
80 g di asparagi freschi
80 g di Culatello
80 g di pomodoro in salsa
un litro di brodo di carne (anche vegetale va bene)
80 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
½ cipolla affettata sottilmente

Pulire e tritare la cipolla. Pulire i funghi  tagliando via la punta del gambo con le radici e lavandoli se necessario con un panno umido, in seguito alla julienne. Lavare gli asparagi, tagliare via i gambi e fate cuocere le punte in acqua bollente per 5 minuti. Nel frattempo, tagliare il prosciutto a listarelle.

Sul fuoco a media intensità soffriggere la cipolla e, di conseguenza, tostare il riso. Appena inizia a “scricchiolare”, bagnarlo con Malvasia.
Evaporato il vino, aggiungere il brodo, i porcini, gli asparagi e, a fine cottura, aggiungere il culatello. Completare la cottura per qualche minuto, togliere dal fuoco e amalgamare con il parmigiano, mescolando per bene fino a fargli assumere una consistenza cremosa. Servire caldo!

Ricetta dello chef Simone: trovare (e provare) i suoi piatti è semplice, basta venire all’Hostaria delle Terre Verdiane.

Hostaria Fidenza Village

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Lo staff dell’ Hostaria delle Terre Verdiane Fidenza Village vi aspetta a partire dalle 8.30 per colazioni, taglieri, ottimi panini, cocktail e happy hour a buffet a partire dalle 18.00!
La location temporanea è all’ingresso centrale del Fidenza Village.

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WIP all’Hostaria del Fidenza Village!

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Work in progress all’Hostaria del Fidenza Village! Presto, lo storico spazio riaprirà in veste completamente rinnovata!
Nel frattempo, rimaniamo aperti nel Temporary Store di fronte all’ufficio informazioni, all’ingresso centrale del Fidenza Village.
Venite a trovarci!

Fidenza Village, via San Michele Campagna – Uscita di Fidenza dell’autostrada A1

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Liquore all’Erba Luigia

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DSC_5953La preparazione è molto semplice e non richiede nessuna particolare attrezzatura, basta saper aspettare il tempo necessario per l’estrazione dei suoi oli essenziali tramite l’alcol a freddo.

Uno dei liquori più famosi della tradizione parmigiana è il liquore all’Erba Luigia, così chiamato in onore dell’amatissima sovrana Maria Luigia d’Austria, moglie di napoleone Bonaparte.

Il liquore, di un bellissimo verde smeraldo, è in vendita in ogni punto shop dell’Hostaria delle Terre Verdiane ma, se vi volete cimentare nella sua preparazione casalinga, questa è la ricetta:

Ingredienti:
300 gr di zucchero
600 ml di acqua
100 foglie di erba cedrina
4 foglie di menta e 2 foglie di basilico
1 limone
700 ml di alcool per alimenti

Preparazione: sciogliere su fuoco moderato 3 etti di zucchero in 600 ml d’acqua e lasciare raffreddare.
Una volta raffreddato, mettere questo sciroppo in un vaso da 2 Kg a chiusura ermetica insieme a 100 foglie di erba cedrina, 4 foglie di menta, 2 foglie di basilico, 1 limone tagliato a pezzi e 700 ml di alcool per cucina a 90°.
Lasciare il vaso a riposo in un locale buio, ricordandosi di agitarlo una volta al giorno.
Dopo un mese filtrare il tutto, imbottigliare e lasciare riposare per almeno otto mesi.
(fonte: http://turismo.comune.parma.it)

 

 

Novità in arrivo!

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Settembre porta novità all’Hostaria delle Terre Verdiane di via San Michele Campagna: da domani 1° settembre, aperti tutti i giorni dalle 7.00 alle 23.00!
Dalla colazione alla cena, passando per l’aperitivo, vi aspetta la qualità dei nostri prodotti e la gentilezza che ci contraddistingue!

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Qualcuno disse…

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hostaria FidenzaIn realtà, nessun essere umano indifferente al cibo è degno di fiducia.
(Manuel Vázquez Montalbán)